Graphic 1

Graphic 1

Il Graphic 1 è un sistema, hardware e software, per la comunicazione grafica tra utente e computer. È stato sviluppato da William Ninke dei laboratori Bell nel 1965. Il sistema, nato per scopi ingegneristici, fu utilizzato anche da Max Mathews in combinazione con il linguaggio Music IV al fine di poter definire graficamente i valori delle note.

Le premesse – L’utilizzo del Graphic 1 a fini musicali si lega ad almeno due considerazioni: da un lato, in generale, lo scambio di informazioni tra utente e computer reso in termini grafici velocizza la comunicazione. Dall’altro lato, nello specifico, nei programmi Music N, inserire i valori di un suono in maniera alfanumerica è un processo piuttosto stancante, come riconosce lo stesso Mathews all’inizio del suo scritto.[1] Il primo motivo ha spinto William Ninke dei laboratori Bell, come molti colleghi di altri centri, a sviluppare un sistema che consentisse una comunicazione per via grafica. Il secondo, invece, ha spinto Mathews ad utilizzare nel contesto musicale del proprio software un sistema nato per altri scopi.

L’hardware – L’intero sistema era articolato in due unità principali: la prima era costituita da un computer PDP-5 di controllo e alcuni dispositivi per l’input dei dati. La seconda unità era costituita da un monitor DEC Type 340 Precision Incremental Display a cui era associata una memoria buffer Ampex RVQ da 4096 e 36 bit. Il monitor consentiva una rapida conversione dei dati in forma grafiche all’interno di una griglia di 1024×1024 punti.[2] La prima unità era utilizzata per l’input, la seconda per l’output. Quest’ultima, per essere chiari, si occupava di convertire i dati presenti nella memoria in forme grafiche visualizzate sul monitor. A queste due unità si aggiungeva un computer principale IBM 7094. I dati per la conversione potevano essere preparati sia attraverso l’unità input del sistema Graphic 1 che attraverso l’IBM 7094. Non erano stati previsti dispositivi per la memorizzazione su supporto fisico. Soltanto l’IBM 7094 era equipaggiato con un registratore SC 4020 in grado di memorizzare su microfilm. Era necessario attendere dalle due alle quattro ore per completare il processo di registrazione.[1]

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Lawrence Losler e Max Mathews di fronte al terminale video del Graphic 1.

L’interfaccia – Le due unità principali di cui abbiamo appena accennato erano collegate tra loro tramite un’interfaccia studiata per il passaggio dei segnali di controllo e di ogni altra informazione da un dispositivo all’altro. La stessa interfaccia, inoltre, consentiva anche la comunicazione tra il PDP-5, la memoria buffer e l’IBM 7094.

Dispositivi per l’input – Essendo un progetto sperimentale, il Graphic 1 era stato equipaggiato con diversi dispositivi: una Light Pen Dec Type 370, una penna sensibile alla luce (ma non in grado di emettere luce),[1] una tastiera Teletype 33 ASR, poi anche due track ball per il posizionamento su due dimensioni, quattro switch e un lettore di schede DEC Type 451 A. Si trattava di individuare il dispositivo più adatto alle proprie esigenze. Nella sua applicazione musicale Mathews decise l’utilizzo della penna luminosa.

I software – Per quanto riguarda la parte software si individuano tre unità principali: un postprocessore sviluppato con l’assembler MACRO-FAP dell’IBM 7094 utile a generare, unire e collegare i programmi per il PDP-5, un postprocessore per il monitor, anch’esso sviluppato in MACRO-FAP per l’IBM 7094, il software GRIN che consentiva il passaggio delle informazioni tra il Graphic 1 e l’IBM 7094.

Grin – Questo era il software più importante rispetto alle esigenze di Mathews, a cui era stato affiancato anche il Grin94, una sua evoluzione.[1] GRIN è l’acronimo di GRaphical Input,[1] era un software adatto per situazioni in cui era necessario manipolare in tempo reale le informazioni grafiche sulla console. Dal momento che il Graphic 1 era utilizzato per preparare i dati relativi all’altezza, ampiezza e durata di ciascun suono o di gruppi di suoni, Grin si occupava di suddividere il monitor della console in due aree: una costituita da bottoni luminosi e l’altra da una griglia in cui disegnare le funzioni musicali. La parte più importante era proprio questa griglia. Sull’ascissa di questa erano riportati i valori di durata espressi in battiti o qualsiasi altra unità arbitraria, purché proporzionale al tempo. Sulle due ordinate, invece, erano riportati i valori di frequenza, espressi secondo le terminologia anglosassone, sull’ordinata di sinistra, mentre i valori di ampiezza, espressi nelle terminologia della musica tradizionale (pp, ff, fff, ecc.), sull’ordinata di destra. Una volta realizzata graficamente la partitura e dopo averla registrata sul microfilm, tutti i dati venivano convertiti in notazione alfanumerica, così da poterla gestire e sintetizzare con il Music IV.[1]

Graphic 2 – In seguito fu sviluppata una nuova versione di questa console grafica, nel 1967. Utilizzava un PDP-2 e il software Grin 2. Al momento non risultano testimonianze sul suo utilizzo in ambito musicale.[3]

 

Per scrivere questa voce ho letto:

[1] Max Mathews, Lawrence Losler, Graphical Language for the Scores of Computer-generated Sounds in Music by Computers, A cura di Heinz Von Foerster e James W. Beauchamp, John Wiley & Sons, New York, 1969.
[2] William Ninke, Graphic 1: A Remote Graphical Display Console System, Proceedings of Fall Joint Computer Conference, Vol. 27, 1965.
[3] Joseph Ossanna, The current state of minicomputer software, Spring Joint Computer Conference, 1972.

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