Fennesz – Bécs


Titolo: Bécs
Autore: Fennesz
Etichetta: Editions Mego
Anno: 2014
Durata: 00:43.30
Valutazione: 7/10

Bécs è senza dubbio un album del ritorno per il compositore austriaco Fennesz: un ritorno alla dimensione solista – dopo la collaborazione del 2012 con il pianoforte di Ryuichi Sakamoto – ma anche un ritorno a quella casa discografica, la Editions Mego, che aveva posto la firma allo splendido Endless Summer nel 2001, rimasto uno dei migliori lavori realizzati. Ma non è tutto, perchè Bécs segna anche il ritorno di Fennesz ad una dimensione più famigliare che si realizza attraverso le sonorità di chitarra ed elettronica trattati attraverso una scrittura più popular di quella ascoltata negli ultimi due lavori, Black Sea (2008) e il raffinato Aun (2012).

Al di là di queste prime considerazioni va comunque detto che si tratta di un album che nasce dalla convivenza di approcci eterogenei, e che per questo non si lascia categorizzare in maniera troppo rigida. Convivono nello stesso ambiente brani con una struttura aperta, come i primi Static Kings, The Liar e Pallas Athene, accanto ad altri confinati entro spazi più strutturati come Bécs, Liminality o Paroles.

Anche sul piano sonoro emerge un gioco di contrasti che si realizza sia internamente, quando il compositore austriaco alterna arpeggi melodici e texture rumoristiche in Liminality o Paroles, sia esternamente, tra i diversi brani, quando affianca i feedback dissonanti di Bécs alle levigate sovrapposizioni metalliche di Pallas Athene.

Al di là di questi dualismi, la composizione dei materiali sonori avviene attraverso la predilezione di una dimensione rumoristica, sia quando è realizzata elettronicamente, con una certa abbondanza di sonorità, sia quando è ottenuta attraverso una chitarra che raramente esegue passaggi in chiaro, visto che Fennesz preferisce lavorare molto sulla distorsione, portandola spesso oltre il limite comprensibile della melodia.

Elettronica e chitarra rappresentano il nucleo sonoro di base; accanto alle limitate partecipazioni di basso e batteria in Static Kings, e di un sintetizzatore modulare in Sav. La chitarra svolge senza dubbio un ruolo da protagonista ma, quasi per ironia, una delle tracce più belle di quest’album è Sav, dove si enfatizzano le sonorità elettroniche, abbondanti di effetti, crepitii e piccoli rumori. La chitarra alterna una prima fase in cui si staglia su un fondo quasi inudibile, con una fase centrale che da 3:37 fino a 5:40 realizza delle sonorità voluminose, miscelandosi al sintetizzatore di Cédric Stevens, aka Acid Kirk.

Un’altra bella traccia è Liminality, in cui la chitarra questa volta è veramente protagonista, come si evince già dal corposo ingresso di 0:45, con un giro melodico ben definito, arricchito da una leggera e calda distorsione. Alcuni veloci interventi di batteria testimoniano una dimensione più analogica, all’interno di una struttura molto definita, divisa in due parti che ruotano attorno al minuto 5:09, quando ha inizio un progressivo accumulo di rumore che contrasta con la precedente sezione, all’ascolto molto più melodica e gradevole.

Ascoltando Bécs viene spontaneo pensare ad Endless Summer, e si tratta di un pensiero giusto ma a patto che non sia l’unico. Perchè se è vero che Bécs ricorda certi passaggi dell’album del 2001 – di cui ripropone pure certe atmosfere, e certi giochi di contrasto – lo è altrettanto che Bècs non è una sua banale rivisitazione, 13 anni dopo.; ma un lavoro che si nutre coerentemente dei nuovi tempi, e che vive appieno la contemporaneità sonora. Il problema di quest’album, semmai, è proprio nell’uso di certe formule stilistiche assai radicate nelle scrittura di Endless Summer; realizzate in Bécs attraverso un organico strumentale, anch’esso molto simile, che di fatto rende difficile distinguere una reale nuova identità. Cosa ben diversa da quanto avvenuto nel 2012 con Aun, dove il pianoforte di Ryuichi Sakamoto, con la sua forte personalità, ha stemperato le tendenze stilistiche di Fennesz contribuendo alla nascita di qualcosa di nuovo, che appartiene ad entrambi, frutto della collaborazione tra il compositore giapponese e Fennesz.

Concludo con un’ultima nota: Bécs si pronuncia baeetch, ed è il nome in ungherese della città di Vienna.


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