AA. VV. – Xenakis


Titolo: Xenakis
Autori: Vari
A cura di: Enzo Restagno
Casa editrice: EDT
Anno: 1988
Pagine: 315

Dopo il primo capitolo di Enzo Restagno, si legge un intervento dello scrittore ceco Milan Kundera, il quale spiega cosa distingue Iannis Xenakis da tutti i grandi compositori vissuti prima di lui: questi ultimi si opposero con la loro arte alle fasi musicali precedenti, mentre il compositore greco si è opposto alla storia della musica nel suo insieme.

Ciò scrive Kundera, per spiegare al lettore, e a se stesso, la grandezza di Xenakis. E lo fa tra le pagine di un libro che Enzo Restagno ha curato con il fine di offrire un ampio sguardo sulla vicenda biografica e l’opera complessiva del compositore greco.

Vita ed opere, ciascuno il tema centrale delle due parti in cui si struttura questo volume, intermezzato proprio dallo scritto di Kundera e chiuso da sorta di coda conclusiva a firma di Xenakis, autore di un articolo originale appositamente scritto per questo libro.

La prima parte è strutturata interamente ed unicamente sulla conversazione che Xenakis e Restagno intrattennero a Parigi nel Marzo del 1988. Non si può dire che sia stata un’intervista, perchè è qualcosa di più di un semplice scambio di domande e risposte. È una riflessione di Xenakis sulla vita di Xenakis, una biografia conversata da cui emerge un grande compositore, ma anche un grande intellettuale del XX secolo estremamente consapevole della propria arte. Un uomo con idee molto chiare su quale sia la sfida della nuova musica, e su quali ambiti culturali si combatta la ricerca di un nuovo linguaggio, capace, come scrive Kundera, di opporsi al passato musicale nella sua complesso.

Da questo punto di vista anche l’esperienza informatica assume un certo valore sul suo percorso di ricerca; ancor di più considerando che Xenakis vedeva nella razionalità e nella ricerca scientifica due motori capaci di portare la musica d’arte fuori dalla stagnazione a cui l’hanno costretta coloro che hanno cercato il cambiamento altrove, nel tempo (recuperando stili di altre epoche) o nello spazio (interessandosi ad altre culture musicali).

Benché Restagno non sposta mai la conversazione verso l’ambito informatico, tuttavia i due interlocutori discutono del sistema UPIC e dell’esperienza al CEMAMu di Xenakis, quando quest’ultimo affronta il discorso sulla propria naturale predisposizione ad un approccio grafico verso la composizione musicale, che aveva già sperimentato con Metastaseis (1953/54) e che reinterpretò proprio con l’UPIC, una sua invenzione che concretizzava in un’ambiente informatico le esperienze degli anni Cinquanta.

La seconda parte, come ho accennato, è incentrata sulla produzione di Xenakis, analizzata attraverso gli scritti di Francois-Bernard Mache, Rudolf Frisius, Maurice Fleuret, Ernesto Napolitano e Harry Halbreich. Essendo passata in rassegna gran parte dell’opera del compositore greco, gli interventi dei vari autori tornano più volte sulle opere elettroniche di Xenakis, dedicando spazio anche a qualche lavoro realizzato attraverso il computer, utilizzato non solo come strumento per la composizione di partiture in notazione tradizionale, ma anche per la sintesi digitale dei suoni, come nel caso di Pour la paix (1988) e Taurhiphanie (1987-88), a cui si accenna all’interno del libro.

In chiusura del libro troviamo un interessante saggio di Xenakis sul problema del tempo, che è possibile leggere con la preview in fondo all’articolo, e il catalogo completo delle sue opere, aggiornato fino al 1988.

Benché l’esperienza di computer music condotta da Xenakis non trova moltissimo spazio in questo volume curato da Restagno, quanto meno uno spazio non proporzionato all’importanza di questa esperienza nel complesso della sua vicenda artistica, il libro rimane comunque un punto di riferimento importante per approfondire il percorso biografico tanto quanto quello del complesso di opere realizzate nell’arco di oltre trent’anni.


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