Vincent J. Manzo – Max/Msp/Jitter for Music

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Titolo: MAX/MSP/Jitter For Music
Autore: Vincent J. Manzo
Editore: Oxford University Press
Anno: 2011
Pagine: 334

Un libro su Max/Msp che propone un diverso approccio al software della Cycling ’74, un approccio orientato verso la didattica musicale piuttosto che verso la composizione.

Max/Msp è un software oggi molto utilizzato, in particolare tra i professionisti che in vari modi sono impegnati nell’suo della tecnologia informatica a fini musicali e non solo, visto che anche il libro si concentra su Jitter, un ambiente di lavoro per lo sviluppo di video e grafiche da combinare in tempo reale.  Si potrebbero citare numerosi libri dedicati al software della Cycling ’74 e probabilmente ognuno di loro (o quasi) va a compensare un aspetto diverso di questo potente ambiente di sviluppo. Anche il libro di Vincent J. Manzo si concentra su un aspetto molto particolare, quale quello della pedagogia musicale.

Quello che colpisce di questo libro è proprio il punto di vista: diverso, particolare. Non si tratta di un libro pensato per coloro interessati a fare musica con Max/Msp. Certo, è indirizzato anche a loro ma non sono il primo punto di riferimento. Questo libro è pensato innanzitutto per coloro che hanno interesse a sviluppare applicazioni che possano supportare in classe la didattica della musica. A ricordarci, del resto, di come la tecnologia informatica abbia rivoluzionato non solo il fare musica ma anche il modo in cui è possibile impostare un percorso didattico sia per coloro già provvisti di una formazione musicale di base sia per coloro che ne sono sprovvisti.

Già il sottotitolo evidenzia questo aspetto: una guida per lo sviluppo di sistemi musicali interattivi dedicati alla didattica musicale. Magari non sarà un approccio del tutto nuovo ma sicuramente diverso.

A practical guide to developing interactive music systems for education and more

Vincent J. Manzo sembra essere persona di esperienza: compositore, musicista (è un chitarrista) e ricercatore interessato a problematiche di Intelligenza Artificiale oltre che a questioni di carattere musicale inerenti la teoria e la composizione. Il suo interesse per la tecnologia, unito alla didattica svolta per il corso di Music Technology del Polytechnic Institute di Worcester nel Massachusetts, probabilmente lo ha motivato alla scrittura di questo volume.

L’elemento didattico, che abbiamo detto essere così prevalente, emerge anche dalla struttura del volume. Manzo chiarisce che il libro si presta ad essere utilizzato come manuale di riferimento per un eventuale corso semestrale, avendo l’accortezza di dedicare almeno due settimane per ciascuno dei venti capitoli in cui si divide il testo, fatta eccezione per il sesto e il dodicesimo capitolo che secondo Manzo richiedono un tempo di assimilazione maggiore di tutti gli altri.

Quest’ultimo aspetto l’ho trovato un punto di forza: il libro offre non solo dei contenuti ma anche la struttura di un eventuale corso dedicato a Max/Msp.

Ogni capitolo va a sviluppare un percorso diverso e chiuso in se stesso: si va da questioni preliminari rispetto alle caratteristiche di Max/Msp fino ai rapporti tra matematica e musica, dallo studio delle scale e degli accordi fino a sistemi interattivi per educare l’ascolto, dalla realizzazione di strumenti per l’analisi musicale ad applicazioni che visualizzano su tastiera gli accordi affrontati a lezione.

Insomma i contenuti dei venti capitoli sono molto vari, declinati in un percorso che guida il lettore verso la realizzazione di applicazioni a difficoltà crescente che parte da nozioni basilari per raggiungere argomenti gradualmente sempre più complessi. Benché pensato per una didattica di classe, l’impaginazione user-friendly rende questo libro adatto anche ad uno studio personale, e senza il supporto di un docente esterno si riesce facilmente a realizzare le diverse applicazioni proposte nel corso del volume. Per questo motivo il libro mi sembra adatto anche a coloro che vogliono imparare ad utilizzare Max/Msp, magari per integrarlo nella propria offerta formativa.

Procedendo con la lettura, quindi, abbiamo l’opportunità di realizzare applicazioni musicali sempre più complesse e sofisticate che consentono di apprendere le caratteristiche di nuovi opcodes, riassunti in tabella alla fine di ciascun capitolo. Le patches sono rappresentate graficamente in maniera molto chiara, inoltre l’autore assicura ai propri lettori che tutto è stato testato al fine di garantire l’assenza di eventuali errori. Sarà vero?

Ma qual è la versione di Max a cui il libro si riferisce? V. J. Manzo ci dice che questo libro è stato pensato tanto per la versione 6 quanto per la 5, ed effettivamente all’interno del testo si trovano spesso indicazioni sulle eventuali differenze che possono emergere nello svolgimento di un esercizio tra l’una e l’altra versione.

Il progetto editoriale di questo libro non si chiude nelle pagine del testo ma si estende alle pagine web della Oxford University Press che fanno da supporto multimediale al libro di Vincent Manzo. Dal sito www.oup.com, accedendo tramite nome utente e password stampati all’interno del volume, è possibile usufruire dei codici sorgente e di altri materiali multimediali che gli utenti possono riutilizzare nei loro lavori.

Personalmente, mi sento di dire che ho trovato molto interessante il percorso di lettura e studio proposto da Vincent Manzo, il quale offre degli spunti interessanti su come utilizzare le potenzialità del mezzo informatico in applicazioni musicali di tipo didattico. Del resto credo che sia innegabile l’importanza che l’informatica ha assunto al’interno della didattica di oggi, di come il mezzo tecnologico possa contribuire a rendere l’offerta formativa molto più interessante e vicina alle aspettative di un giovane. Questo libro può essere un valido supporto per coloro interessati a rinnovare la propria metodologia didattica attraverso l’utilizzo di uno strumento potente che gode, oltretutto, di una vasta comunità di riferimento. Certo, non bisogna dimenticare che l’unica pecca di Max/Msp è quella di avere un costo, che lo penalizza rispetto ad altri strumenti informatici altrettanto sofisticati ma gratuiti come Pure Data o Csound.

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