Iannis Xenakis – Aïs, Gendy3, Taurhiphanie, Thalleïn


Casa discografica: Neuma Records

Anno: 1994

Tracce: 4

Durata: 63:08

Nel 1990 l’Università di San Diego, in California, organizzò una sorta di week-end monografico sull’opera di Iannis Xenakis. In realtà si trattò di un week-end piuttosto lungo visto che la manifestazione sponsorizzata dal Dipartimento di Musica durò dal 3 al 9 Aprile.

Questa manifestazione fu seguita con un certo interesse in quanto arricchita dalla presenza anche di Xenakis, invitato alla San Diego secondo la formula di composer-in-residence, che consentiva ad artisti di chiara fama di presenziare con seminari, lezioni ed attività di vario genere.

Lo Xenakis Festival, come fu denominato complessivamente l’evento, fornì l’occasione per l’esecuzione e l’ascolto di un numero considerevole di opere realizzate dal compositore greco, opere elettroniche e per strumenti tradizionali: si va dalle due opere per violino solo Mikka (1971) e Mikka S (1976) a Thalleïn (1984) per 14 strumenti, dall’elettronica di Mycenes Alpha (1978) a Pour Maurice (1982) per pianoforte e voce di baritono. Poi ancora N’Shima (1975), La Legende D’Eer (1977/78) e molti altri ancora.

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Iannis Xenakis al banco mixer prima dell’esecuzione di La Legende D’Eer allo Xenakis Festival di San Diego, 1990.

Qual è allora il collegamento tra lo Xenakis Festival di San Diego e questo Cd? Semplicemente che quest’ultimo, qualche anno più tardi, ha raccolto un paio di brani eseguiti e registrati in quell’occasione e altri due di natura elettronica, sempre inseriti nel cartellone della manifestazione. I due lavori per strumenti tradizionali sono Aïs (1980) e Thalleïn, il primo eseguito dalla La Jolla Symphony Orchestra diretta da Thomas Nee e il secondo eseguito dall’ensemble universitario Sonor, diretto da Rand Steiger.

Chiaramente non voglio dedicarmi a queste composizioni, oltretutto in un esecuzione non delle migliori, bensì alle altre due presenti in questa edizione: Gendy3 (1991) e Taurhiphanie (1987-88), entrambi per suoni generati al computer.

Gendy3 è sicuramente la composizione più nota tra le due, oltre ad essere una della ultime che Xenakis ha realizzato applicando quel metodo stocastico presentato nel libro Musica Formalizzata. Uno degli aspetti più interessanti di quest’opera, sul piano teorico, lo si riscontra nell’applicazione di un metodo generativo stocastico sia per i materiali sonori che per la struttura complessiva. La forma di questa composizione è costituita dalla sovrapposizione di livelli sonori che si distinguono per le differenti proprietà timbriche e per l’alternanza di momenti di silenzio e di sonorizzazione.

Ciò che mi ha colpito all’ascolto è stata la sensazione, forte, di essere circondato da sorgenti sonore che emettono tutte verso un ipotetico centro; l’impressione finale, allora, non è tanto di una sovrapposizione verticale di livelli sonori ma piuttosto di una giustapposizione di campi sonori.

Per la composizione di questo lavoro Xenakis ha sviluppato in linguaggio Basic un apposito software denominato GENDY3 – da cui il titolo dell’opera – che sta a significare GENeration DYnamic, generazione dinamica. La parte sonora, con tutta la sua varietà timbrica, è stata ottenuta attraverso un apposito algoritmo denominato dynamic stochastic synthesis. Quest’ultimo è stato realizzato in conformità ad un certo processo stocastico, mentre per i volumi e per il comportamento nel tempo dei diversi livelli sonori sono stati adoperati altri due differenti processi.

Gendy3 è stata realizzata da Xenakis con gli strumenti del CEMAMu di Parigi ed è stata presentata per la prima volta in occasione degli Rencontres Internationales de Musique Contemporaine di Metz.

Poco più datato è l’altro lavoro elettronico presente in questa raccolta della Neuma Records: Taurhiphanie, la cui prima realizzazione è del 1987, poi completata nella sua versione definitiva nel 1988 al CEMAMu. Una particolarità di quest’opera, come giustamente riportato anche nei testi interni di questo CD, sta nel percorso che ha portato alla realizzazione di questo lavoro. Infatti in occasione del Festival de Radio France tenutosi a Montpellier nel 1987, a Xenakis fu commissionata un’opera da presentare come evento inaugurale del festival all’interno dell’antica arena romana di Arles, anticamente dedicata alle battaglie fra tori. Il compositore ideò un progetto sonoro costituito da tre gruppi di materiali elaborati attraverso il computer: suoni sintetizzati in studio, suoni sintetizzati e manipolati dal vivo e suoni ambientali processati in tempo reale. L’elemento interessante è che per i suoni ambientali Xenakis si è lasciato ispirare dall’antica destinazione d’uso dell’arena di Arles, infatti si occupò di registrare ed utilizzare dei muggiti di tori, da cui il titolo taurhiphanie che gioca con le parole di taurus ed epiphanīa.

Tutto il materiale sonoro fu elaborato in tempo reale attraverso il sistema UPIC, acronimo di Unité Polyagogique Informatique du CEMAMu. Con gli strumenti del centro parigino, Xenakis nel 1988 realizza la versione definitiva di quest’opera, riducendola a due canali.

Per quanto particolare possa essere la realizzazione di questo lavoro, con il suo complesso progetto multimediale e i caratteristici suoni ambientali, va detto che si tratta di una delle opere meno riuscite di Xenakis, almeno la versione definitiva a due canali; del progetto multimediale del 1987 non saprei dire, a quel tempo ancora mi divertivo con le musiche per bambini.


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