Marco Stroppa – Traiettoria, Spirali


Titolo: Traiettoria, Spirali
Autore: Marco Stroppa
Etichetta: Ricordi/Stradivarius
Anno: 2008
Tracce: 5
Durata: 1:04.26

Marco Stroppa è un nome importante della musica contemporanea italiana; anche se credo sia più conosciuto e apprezzato all’estero che in Italia; una considerazione che pare trovare conferma nella lunga lista di incarichi e collaborazioni svolte al di fuori dei confini italiani.Marco Stroppa, vorrei aggiungere, può essere considerato quasi un nativo digitale (sia chiaro non lo è), rappresentante di quella prima generazione di compositori che hanno avvicinato la tecnologia informatica ai tempi della loro formazione, perciò distinta da coloro che hanno conosciuto le possibilità offerte dal digitale in piena maturità artistica, come nel caso di Luigi Nono; tanto per fare un esempio autorevole, tanto per restare in Italia.

Questo Cd pubblicato da Ricordi e Stradivarius raccoglie alcuni lavori composti da Marco Stroppa nei primi anni della sua carriera, in cui fa uso del computer: il ciclo Traiettoria, composto tra il 1982 e il 1984, e Spirali, del 1987/88. Tra i due lavori si colloca soltanto Pulsazioni, del 1987, ma non presente in questa raccolta.

1982. Marco Stroppa a soli 23 anni inizia a lavorare al suo ciclo Traiettoria, che comprende tre lavori per pianoforte ed elettronica: Traiettoria… deviata (1982), Dialoghi (1983) e Contrasti (1984). Inizialmente concepito come una breve composizione per pianoforte solo, ben presto l’intero ciclo si predispose ad accogliere i frutti dell’esperienza che Stroppa stava vivendo con la musica informatica al Centro di Sonologia Computazionale (CSC) di Padova, che frequentò dal 1980 al 1984.

Il brano di apertura dell’intero ciclo è Traiettoria… deviata, concepito a Verona – dove Stroppa frequentò il locale Conservatorio prima di Milano e poi Venezia – ma realizzato al CSC di Padova. Delle tre parti, la prima è quella che ritengo meno caratterizzante dell’ciclo Traiettoria, nel senso che sono già presenti alcune peculiarità dell’intero lavoro (una scrittura molto percussiva ed energica), ma ad un livello di sviluppo ancora contenuto, controllato, a cui manca quella tensione e quell’intensità che troviamo nelle successive due parti. Anche il gioco delle parti, tra elettronica e pianoforte, risulta molto più rigido, meno intrigante, e meno accattivanti sono anche i risvolti timbrici di questo gioco che si svolge all’interno di una struttura più schematizzata.

Di tutt’altro carattere Dialoghi, in cui l’energia della scrittura pianistica emerge con grande vigore; e le parti sembrano veramente dialogare tra loro, abbandonando la rigidità strutturale della prima parte e coinvolgendosi a vicenda in un lungo gioco sonoro. Assai bello il finale, affidato ad un leggero intervento elettronico, con il pianoforte che recupera le atmosfere delle prime battute, chiudendosi su se stesso. Emerge una grande attenzione nel dosaggio delle tensioni, con una morbida caduta che a 5:01 chiude un progressivo accumulo di energia.

A differenza delle parti precedenti, l’apertura di Contrasti è affidata all’elettronica, che sembra svolgere un lavoro di imitazione del pianoforte, riproponendo quella scrittura nervosa, percussiva e veloce che pare la cifra stilistica dell’intero ciclo. Il pianoforte, a sua volta, sviluppa ulteriormente la scrittura percussiva e vigorosa, con un intervento molto lungo in cui i martelletti battono velocissimi sulle corde, restituendo degli effetti timbrici in alcuni casi davvero impressionanti, per intensità, violenza, energia e bellezza. Particolarmente interessante la parte elettronica che si ascolta a partire da 19:10: grandi masse sonore che si trasformano in suoni percussivi e circolari, che trasmettono una forte sensazione di movimento.

Il movimento è l’elemento caratterizzante del lavoro che chiude questo cd, Spirali (1987/88). Scrive Stroppa nel libretto che accompagna il cd: “Try and imagine a string quartet in a very small room, with the instruments positioned in the four corners: there is no more room for the audience. Imagine also, however, that the audience can shrink itself to become a small dot exactly in the middle of the quartet, and that the four instrumentalists paly various musical objects in succession: even if the musician stay seated, one’s impression will be that these objects are moving.“. Credo che la parole del compositore siano sufficienti ad esprimere il senso di questo lavoro, in cui lo strumento tecnologico non è utilizzato per la sintesi dei suoni ma per elaborare, in tempo reale, il materiale sonoro ottenuto dall’esecuzione dell’Arditti String Quartet, facendo letteralmente girare la loro esecuzione avvolgendola appunto in una spirale. L’elemento della spazializzazione, per quanto importante, non è l’unica peculiarità di questo lavoro, molto interessante e raffinato, in cui Stroppa ottiene anche delle bellissime soluzioni timbriche. Mi resta soltanto il dubbio rispetto all’effettiva resa di Spirali nell’edizione su cd. Non avendo mai avuto il piacere di ascoltare una versione dal vivo, mi chiedo quanto vada perso nella riduzione stereo rispetto a quella originale. In questo senso eventuali commenti saranno molto graditi.

Vorrei chiudere con delle note tecniche, ricordando che tutti i lavori qui presentati furono realizzati con le apparecchiature e i software del CSC, nello specifico il Music V e l’Interactive Computer Music System (ICMS).


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