Musicomp è un software sviluppato intorno alla metà degli anni Sessanta all’Experimental Music Studio dell’Università dell’Illinois. Fu ideato per la composizione assistita di partiture musicali da eseguire con strumenti tradizionali.
Nel 1963, Lejaren Hiller e Robert Baker realizzarono un nuovo software, algoritmo, che avrebbe dovuto consentire la generazione automatica, in base ad apposite procedure, di partiture musicali. Il Musicomp, così fu chiamato l’algoritmo, fu realizzato in Fortran e Scatre, l’assembler del’IBM 7090.
Il primo lavoro che fu realizzato mediante l’ausilio di questo software, il cui nome è l’acronimo di MUsic SImulator-Interpreter for COMpositional Procedures, è stato Computer Cantata (1963). In seguito è stato adoperato anche per altri lavori di cui ricordiamo almeno Algorithms I (1968) e Algorithms II (1972).[1] Per quanto riguarda Computer Cantata, a voler essere precisi, questo lavoro fu il risultato finale, esteticamente apprezzabile, di un percorso di ricerca sorto intorno al Musicomp e teso a testarne l’efficienza e la facilità di utilizzo.
Questo spiega il motivo per cui Computer cantata si presenta costituito da un insieme piuttosto vario di procedure compositive anche molto differenti che restituirono risultati estetici variabili.
Musicomp nasceva al termine di quasi un decennio di sperimentazioni nel settore della composizione musicale assistita dal computer, a cui Hiller aveva iniziato a dedicarsi già dalla metà degli anni Cinquanta. L’obbiettivo prefissato insieme al suo collaboratore Baker, questa volta, era di realizzare un programma che non fosse chiuso in se stesso ma aperto a successive variazioni, aggiunte, modifiche e miglioramenti. Per questo motivo i due ricercatori misero appunto anche un piccolo manuale di riferimento. Non solo. L’idea di un programma aperto andava a sostenere anche la volontà di sviluppare un algoritmo che consentisse di comporre musica ma che non fosse orientato verso un specifico genere o verso un unico stile musicale.
Una novità interessante del Musicomp, che ripeto fu programmato per un IBM 7090, fu anche quella di essere interfacciato ad un computer CSX-1 realizzato dai laboratori di ricerca dell’Università dell’Illinois. Si trattava di un passo in avanti per la ricerca condotta da Hiller, in quanto iniziava così a sperimentare anche la sintesi dei suoni attraverso il computer. Il CSX-1, infatti, era stato programmato per sintetizzare suoni, due dei quali furono adoperati in Computer Cantata dopo aver sviluppato un’apposita routine di collegamento per il Musicomp.[2] Il CSX-1, inoltre, fu adoperato anche da Robert Baker per la realizzazione di un piccolo ed innocuo esperimento musicale intitolato The CSX-1 Study per nastro magnetico (1963).
Negli anni in cui fu completato il Musicomp, Lejaren Hiller si decise a divulgare anche in Europa le notizie sull’attività svolta fino ad allora nell’Illinois. Nel 1965, così, Hiller partecipò agli incontri sulla musica sperimentale organizzati da Hermann Scherchen nella sua villa a Gravesano in Svizzera. In quell’anno parteciparono anche Max Mathews e James Tenney oltre a Lejaren Hiller, il quale si presentò con un intervento dal titolo Musikalische Anwendungen von Elektronischen Digitalrechnern (Applicazioni musicali di calcolatori elettronici digitali) in cui illustrava in particolare proprio i progressi compiuti con la realizzazione del Musicomp.
Per scrivere questa voce ho letto:
[1] Lejaren Hiller, Some Compositional Techniques Involving The Use of Computers in Music by Computers, a cura di Heinz Von Foerster, John Wiley & Sons Editore, 1969, New York, pp. 71 – 83.
[2] Lejaren Hiller, Robert Baker, Computer Cantata: A Study in Compositional Method, Perspectives of New Music, Vol. 3 [1], 1964, pp. 62-90.
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