Cmusic è un software per la computer music realizzato da Richard Moore. È stato il primo, nella famiglia dei Music N, ad essere scritto in linguaggio C. Era in grado di funzionare anche in tempo reale, sebbene in uso combinato con il sistema CARL.

Cenni storici – È stato sviluppato nel 1980 da Richard Moore presso il Computer Audio Research Laboratory (CARL) del Center for Music Experiment dell’Università della California di San Diego (UCSD). Moore, che aveva già collaborato al fianco di Max Mathews per la realizzazione del sistema GROOVE, inizialmente aveva pensato ad una nuova versione del Music V aggiornata al C, in seguito preferì approntare un software del tutto nuovo.[1]

Il linguaggio C – La scelta di C era stata valutata in base alla volontà di restituire uno strumento dotato di maggiore accessibilità. Gli utenti avrebbero potuto agire direttamente sul codice e sviluppare, eventualmente, nuove Unità Generatrici. Tutto questo anche a costo di sacrificare la velocità computazionale. In linea teorica l’adozione del C avrebbe dovuto garantire anche una maggiore portabilità, cosa che in pratica risultò compromesso dalla scelta di utilizzare non un linguaggio C puro ma un misto di C, Csh (l’interprete di Cshell) e Cpp (un preprocessore del C), cosa che non lo rendeva completamente compatibile con nessuno di questi linguaggi.

L’ambiente Carl – A questo si aggiungeva un altro aspetto rilevante. Cmusic era stato ideato per l’ambiente CARL, un pacchetto di software per la computer music dedicati ciascuno ad una specifica funzione. Il rapporto simbiotico tra i due era tale che estrapolato da CARL, Cmusic (considerato il software di maggiore importanza) non aggiungeva sostanziali novità rispetto ad altri software Music N, come il Music V a cui si ispirava.[2] Questo rapporto, oltretutto, ne limitava ulteriormente la portabilità. È altrettanto vero, comunque, che l’intero Sistema CARL, quindi compreso Cmusic, ha ottenuto una’apprezzabile risposta a livello internazionale. Numerosi centri in Europa lo hanno adottato come strumento per la realizzazione di lavori di computer music. Si citano, a titolo esemplificativo, l’IRCAM di Parigi, il Laboratorio di Informatica Musicale di Milano e diversi centri in Inghilterra.

Pubblicazioni – Il successo di Cmusic è testimoniato anche dalla pubblicazione, nei primi anni Novanta, del testo Elements of Computer Music. Si tratta di un libro che indaga diverse tematiche basilari per chi si occupa di computer music ma sempre nella prospettiva di utilizzo di Cmusic, quindi con numerosi esempi da realizzare con il software di Richard Moore.

Le novità – Al di là degli aspetti negativi, comunque, il successo di Cmusic è legato anche alla presenza di alcuni elementi di innovazione. Tra questi va segnalato innanzitutto il suo utilizzo in tempo reale, pur se in combinazione costretta con CARL, e la possibilità di poter inserire i dati non più attraverso due documenti (uno riservato allo Score e l’altro all’Orchestra) ma semplicemente attraverso un unico file che raggruppava le indicazioni per ciascuna sezione. Cmusic, infatti, è il primo programma Music N in cui i dati della sezione Orchestra e Score, che fino a quel momento erano salvati su due documenti separati, si potevano salvare in un unico file contenente entrambe le informazioni., rendendo più agevole la scrittura del codice. Il metodo del file unico, in seguito, fu ripreso anche in Csound il cui formato .csd fu introdotto a partire dalla versione 3.50.[3]

Per scrivere questa voce ho letto:

[1] Stephen Travis Pope, Machine Tongues XV: Three Packages for Software Sound Synthesis, Computer Music Journal, Vol. 17 [2], 1993, pp. 23 – 54.
[2] Richard Moore, The Computer Audio Resarch Laboratory at UCSD, Computer Music Journal, Vol. 6 [1], 1982.
[3] Alex Di Nunzio, Genesi, sviluppo e diffusione del software Music N nella storia della composizione musicale, Tesi di laurea, Università di Bologna: D.A.M.S. Musica, 2010.

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