Augusta Brown, nel 1848, sulla rivista musicale The Musician and Intelligencer edita per il pubblico di Cincinnati, scriveva a sua firma un articolo che spiegava i motivi della superiorità della musica europea su quella americana.
Una superiorità che la signorina Brown, di cui oggi non sappiamo nulla oltre quanto scritto in quell’articolo, riteneva giusta e motivata da alcune errate condizioni che nel frattempo si erano consolidate nella cultura musicale americana.
Secondo l’autrice, la musica americana era in affanno nel tenere il passo degli europei a causa dei nuovi maestri di musica che si erano affermati nelle scuole di canto degli stati del sud.
Questi maestri Yankee, di nascita americana, avevano iniziato a diffondere pratiche musicali non allineate con la tradizione dei colonizzatori inglesi ed europei. Dato che tali pratiche si basavano sulla negazione di alcuni fondamenti della teoria musicale europea, erano considerate generatrici di una musica di qualità inferiore. Questo era il pensiero che si andava consolidando negli ambienti snob degli stati del nord, un pensiero che non considerava, invece, che lì potesse attecchire qualcosa di nuovo e autenticamente americano.
Fasola Folk Music: Gilbert Chase
In tale contesto nasce e si radica quella che poi verrà ricordata come la tradizione della musica Fasola, una tradizione di musica bianca, nata nell’americana rurale degli stati del sud e legata indissolubilmente agli ambienti religiosi della prima metà dell’Ottocento.
Non la pensavano certamente come Augusta Brown i tanti autori e maestri di canto che in quegli anni si prodigavano per insegnare musica e redigere antologie di canti a uso e consumo di persone prive di alfabetizzazione musicale.
Non la pensava così nemmeno Gilbert Chase che nel suo celebre libro American’s Music, pubblicato nel 1955 e considerato un punto di partenza imprescindibile per uno studio della musica americana, scriveva proprio che in quel contesto bianco/rurale/cattolico-cristiano, su sollecitudine di maestri e musicisti rigorosamente yankee, inizia a prendere forma una cultura musicale americana del tutto nuova, opposta alla tradizione europea, benchè a questa profondamente legata.
Il concetto di musica Fasola o Fasola Folk Music nasce da un modello teorico musicale che caratterizzò la scrittura e la pratica musicale di quei luoghi in quegli anni della prima metà dell’Ottocento.
La cultura musicale nel sud
I colonizzatori inglesi ed europei, importarono negli stati colonizzati anche la loro tradizione musicale. Tale tradizione offrì un modello di riferimento anche per le scuole sorte all’indomani dell’indipendenza, in particolare negli Stati industriali e avanzati.
Con il passare dei decenni, e con la nascita delle prime generazioni di nati sul suolo americano, le cose iniziarono a prendere una differente direzione. In particolare negli Stati del sud.
Più per esigenza che per la reale volontà di un diverso indirizzo culturale, negli Stati del sud nacquero ben presto delle scuole di canto che attingevano dalla tradizione musicale europea ma proponevano delle metodologie di apprendimento arbitrariamente nuove.
La bassa scolarizzazione, infatti, insieme a una inesistente alfabetizzazione musicale, spinsero i nuovi maestri di musica yankee a ideare dei modelli teorici più semplici e immediati, per arrivare ad abbandonare perfino la tradizionale notazione musicale.
The Shape System: una nuova notazione musicale
Di necessità virtù, dev’essere stato il leitmotive che ha mosso talune scelte musicali nell’America del primo Ottocento.
La necessità era di insegnare la musica a un pubblico non scolarizzato e privo delle basilari nozioni di teoria musicale. I modelli teorici degli europei erano considerati a tale scopo troppo complessi, oltre a rappresentare un’eredità culturale dei primi colonizzatori.
Per tale motivo alcune figure musicalmente attive si ingegnarono per elaborare nuovi modelli. Uno, in particolare, ebbe maggiore successo e vita duratura: fu definito The Shape System, ovvero un sistema grafico basato sull’associazione delle note a nuove forme grafiche.
The Shape System is a new plan of printing music.
Andrew Law
L’ideazione è attribuita ad Andrew Law con il suo Musical Primer del 1803, ma l’attribuzione viene spesso riconosciuta anche a William Little e William Smith con il loro The Easy Instructor, specie di manuale della didattica musicale datato tra il 1798 e il 1802.
Va detto, tuttavia, che tale innovazione era in debito verso alcune pratiche che si diffusero negli ambienti religiosi delle prime colonie e che si basavano proprio sulla solmisazione delle sette note tradizionali in Fa, Sol, La, Fa, Sol, La, Mi, Fa.
A prescindere da ciò, sappiamo di certo che lo Shape System era un modello di notazione grafica basato su 4 forme abbinate a ciascuna delle quattro note cui era stato ridotto il sistema tradizionale: Fa, Sol, La, Mi.
È attraverso questo sistema di rappresentazione che ben presto si iniziarono a pubblicare le prime raccolte di inni religiosi, utilizzati all’interno delle scuole rurali dell’America del sud.
Va ricordato, infine, che ancora nel 1832 lo Shape System originario fu ancora sottoposto a processo di rinnovamento, attraverso l’aggiunta di nuove forme, il cui scopo era coprire l’intero arco delle sette note tradizionali.
Le scuole di musica tra Stati Uniti del Sud e del Nord
Il conflitto o, per meglio dire, la distanza culturale tra le scuole di musica del nord e del sud degli Stati Uniti divenne ben presto incolmabile.
Ne ho fatto cenno anche in precedenza ma su questo aspetto voglio tornarci. Negli Stati Uniti del nord la cultura musicale si era consolidata sulla scia della tradizione Europea, considerata un modello di efficienza pedagogica e di eleganza artistica.
Per tale motivo, il sistema a forme di Law – lo Shape System – era stato rifiutato perchè considerato arretrato e privo di rilevanza estetica. Tuttavia, le educate scuole del nord non impedirono che questo sistema, grezzo e fuori dalla civiltà musicale, si potesse utilizzare per la formazione dei nuovi musicisti. E così fu.
Negli Stati Uniti del sud, fu tutto un proliferare di scuole che adottavano il nuovo sistema di rappresentazione grafica della musica, reso necessario da un contesto culturale rurale ed arretrato molto diverso di quello presente altrove.
E insieme alle scuole si diffusero ben presto le prime antologie di canti religiosi, basate sullo Shape System, che tanta parte ebbero nella formazione di una cultura unicamente americana.
Tra i primi volumi di questo genere si ricordano il Repository of Sacred Music, del 1813, e Kentucky Harmony, di Ananias Davisson, un libro del 1817 ma già in circolazione dal 1815.
Rifiuto della tradizione musicale Europea
Diciamo che la prassi nelle scuole musicali nel sud degli Stati Uniti, poi di riflesso per la musica Fasola, si consolidò ben presto attorno a continue eccezioni rispetto alla teoria musicale della tradizione.
Ecco perchè divenne ben presto comune, nel repertorio diffuso dalle antologie di inni religiosi, una scrittura a 3 voci rispetto alle canoniche 4. Oppure l’uso di quinte e ottave parallele, o di intervalli di quarta tra voci interne ed esterne. Comune divenne anche l’uso di dissonanze non preparate e non risolte, l’affidare a uomini la voce di soprano al posto delle donne, proprio come si faceva in epoca colonialista.
Opere della musica folkloristica Fasola
Nonostante una scrittura musicale fuori dai canoni, le opere prodotte in quel contesto rurale multiforme ma condiviso, non mancavano di possedere rigore musicale e bellezza estetica.
Tuttavia, questa musica religiosa dei bianchi, non ebbe mai un centro gravitazionale in uno o più figure di spicco ma si alimentò attraverso la condivisione di repertori che viaggiavano da un’antologia all’altra e da un luogo all’altro di quegli Stati del sud.
Ecco perchè i nomi più importanti di questa tradizione non furono musicisti e compositori ma i compilatori delle antologie, che favorirono la formazione e la diffusione della musica Fasola.
Essendo una tradizione basata essenzialmente sul fare, mancarono compositori professionisti, e chi arrivava a capire di musica si limitava spesso a rimaneggiare opere altri.
Ma nonostante ciò, la musica Fasola può considerarsi oggi come una delle prime espressioni di musica autenticamente americana, per questo oggetto di un certo interesse storico, a prescindere di ogni considerazione artistica o estetica.
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