Il GRM Tools, realizzato al Groupe de Recherches Musicales (GRM) di Pierre Schaeffer, è un pacchetto di software e utilità per la sintesi e l’elaborazione del suono. È stato sviluppato nell’arco di un decennio e fu implementato anche in ambienti VST e RATS.
Gli anni Novanta – Per la computer music gli anni Novanta si configurano come un momento di grandi cambiamenti dovuti allo sviluppo tecnologico che conduce alla diffusione di computer sempre più prestanti ma dalle dimensioni e dai costi contenuti. Anche la ricerca e la produzione del GRM risente profondamente della mutevole situazione. Gli anni immediatamente precedenti erano stati investiti nella ricerca e nell’utilizzo del Syter, un sistema per il tempo reale che fu operativo fino al 1995. A questo progetto, avviato da Jean-François Allouis, continuò a lavorare anche Hugues Vinet che dal 1988 sostituì Allouis (trasferitosi all’Ircam di Parigi) alla Direzione del centro fondato da Pierre Schaeffer.
Il nuovo orientamento – Contemporaneamente al lavoro sul Syter, Vinet iniziò a sperimentare l’utilizzo dei computer Macintosh in combinazione con i dispositivi della Digidesign e con i software e le schede sonore della Sound Designer. Il suo obbiettivo era di sviluppare dei sistemi per il controllo del processore Motorola DSP 56001, da questa intenzione nacque la DSP Station. La nuova situazione tecnologica degli anni Novanta condusse il Syter ad un’inevitabile obsolescenza. La ricerca aveva già iniziato ad orientarsi verso i moderni computer, compatti e con ottime prestazioni. Da questo nuovo orientamento arrivarono diverse novità: Midiformer (anche detto MacsOutiL), l’Acousmographe e il GRM Tools. Quest’ultimo si configurava come una diretta conseguenza del lavoro svolto da Vinet per la DSP Station.
La prima versione – Anche se il GRM Tools fu oggetto di ricerca e sviluppo per oltre un decennio, la prima versione, realizzata in collaborazione con la Digidesign, fu terminata nel 1992, implementando il software con le schede sonore della Sound Designer.[1] Inizialmente non destò particolare interesse, soprattutto perché rispetto al Syter si configurava come una regressione, visto le minori funzionalità con cui era equipaggiato. Come aspetto, invece, vi era la possibilità di allargare la diffusione dei prodotti informatici del GRM, aumentando così la comunità di riferimento. Benché si trattasse di un aspetto importante, i compositori erano interessati ad altro e per questo molti preferirono continuare ad utilizzare il Syter.
L’arrivo di Emmanuel Favreau – Nel 1994 Favreau fu nominata ingegnere responsabile per lo sviluppo del GRM Tools. La Favreau apportò una serie di modifiche che permisero al GRM Tools di stimolare il dovuto interesse nei compositori. Il GRM Tools, così, fu adattato al formato VST della Steinberg e RATS della Digidesign.[2] Fu semplificato l’uso dell’interfaccia grafica e si svilupparono nuovi algoritmi, otto dei quali erano dei riadattamenti di funzioni già adottate con il pacchetto Studio 123 e con il Syter. Successivamente furono rilasciati quattro nuovi algoritmi denominati GRM Tools ST che consentivano l’elaborazione dello spettro sonoro. Si portò avanti un approccio basato su una manipolazione globale del materiale piuttosto che sui singoli parametri, creando così una continuità con le posizioni espresse da Pierre Schaeffer.[1]
L’Interpolator – Tra le altre novità introdotte nel corso degli anni Novanta, finalizzate ad aumentare le potenzialità del GRM Tools, ricordiamo anche quella denominata Interpolator. La prima versione fu sviluppata da Martin Spain dell’Università di Hertfordshire. Si trattava di un’interfaccia grafica, compatibile con il formato VST, che consentiva il controllo bidimensionale in complesse applicazioni del GRM Tools.[3] Parte di questo lavoro si ispirava anche ad alcune soluzioni già adottate con il Syter. Nel 2001, invece, ancora la Favreau, implementò nel GRM Tools, sia per ambiente VST che RATS, anche la tecnica di analisi/risintesi del Phase Vocoder.[4]
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