La sigla MUSYS indica una serie di programmi realizzati da Peter Grogono e Peter Zinovieff nei primi anni Settanta presso l’Electronic Music Studios di Londra (EMS), una compagnia nata istituzionalizzando lo studio privato di Peter Zinovieff, finalizzato alla composizione di musica elettronica.

Per essere precisi, la letteratura di riferimento parla del MUSYS come di un sistema di software o come un sistema per la composizione e l’esecuzione di musica elettronica. Al di là delle questioni terminologiche, per altro entrambe vere, è certo che il MUSYS è stato un complesso lavoro capace di integrare sofisticate apparecchiature digitali, hardware e software, ed analogiche, realizzando così uno strumento versatile e potente che ha trovato applicazione in importanti composizioni di musica contemporanea.

L’Electronic Music Studios – L’EMS di Londra in quegli anni era equipaggiato con delle macchine piuttosto inusuali: due minicomputer PDP-8 a 12 bit, differenziati dalla sigla S ed L, rispettivamente le iniziali di Sofka e Leo, dai nomi dei figli di Zinovieff. [Grogono, Peter]

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Un’immagine di un minicomputer PDP-8.

Il PDP-8L, più veloce del PDP-8S, fu acquistato nel 1969, qualche mese prima che iniziasse la collaborazione di Peter Grogono con l’EMS. Il suo incarico prevedeva che realizzasse un software che avesse due caratteristiche: doveva essere utilizzabile anche da quei compositori che non avevano grande dimestichezza con la programmazione e doveva essere un gestionale per il nuovo computer, il quale avrebbe dovuto lavorare in collaborazione con il PDP-8S, il cui software sarebbe stato realizzato da Zinovieff. Da questo primo lavoro fu realizzato il MUSYS/1, a cui fece seguito una seconda versione denominata MUSYS/2.

MUSYS/3 – Entrambe le prime versioni non furono utilizzate a lungo, infatti già nei primi mesi del 1970 fu completato il MUSYS/3, nel quale confluirono le esperienze acquisiste con entrambi i due software precedenti. A differenza dei precedenti, il MUSYS/3 fu realizzato interamente da Grogono, che quindi realizzò i software per entrambi i PDP dell’EMS. Il cuore dei software realizzati da Grogono era nell’uso delle Macro, blocchi di programmi attraverso cui era possibile richiamare in maniera rapida e agevole intere funzioni, più o meno complesse, senza dover approntare ogni volta una programmazione lunga e complessa.

I primi lavori musicali realizzati con l’ausilio del MUSYS/3 furono Medusa (1970) di Harrison Birtwistle e A Lollipop for Papa (1970) di Peter Zinovieff, una variazione su una sonata di Joseph Haydn.[Autore Sconosciuto]

Compilazione ed Esecuzione – Altri software furono realizzati nei mesi successivi: il MUSYS/4, che consentiva di controllare un banco di filtri, e il MUSYS/5 che avrebbe dovuto agevolare la composizione di opere più impegnative. Nel complesso, il sistema MUSYS prevedeva due parti fondamentali: una per la compilazione e l’altra per l’esecuzione. La compilazione avveniva attraverso il PDP-8L, con cui si preparavano i dati da inviare al PDP-8S, che gestiva l’esecuzione attraverso i dispositivi interfacciati ai due computer e che complessivamente davano vita al sistema MUSYS.

La struttura – L’insieme dei dispositivi interfacciati ai due computer era senza dubbio una caratteristica molto importante di questo sistema adottato a Londra. La figura seguente illustra in maniera schematizzata alcuni dei dispositivi che costituivano l’intero sistema MUSYS:

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Uno schema riepilogativo che illustra il posizionamento dei due computer PDP all’interno del sistema MUSYS, e l’insieme dei dispositivi ad essi collegati.

È possibile notare la presenza dei due computer, le telescriventi che consentivano di interfacciarsi alle macchine, un pannello di controllo (Button panel) attraverso cui gestire i dati inviati da e per ciascuno dei dispositivi costitutivi del MUSYS e tutta una lunga serie di altri dispositivi musicali e no, strettamente legati all’utilizzo dei due strumenti informatici. Il sistema prevedeva anche una sezione per l’editing, attraverso cui poter agire, modificandoli, sui dati già memorizzati su disco, consentendo di ottenere soluzioni musicali difficili da prevedere durante la fase di compilazione. Se il compositore non era interessato alle potenzialità del compilatore, allora l’intero sistema poteva essere utilizzato come un semplice sequencer digitale, senza sfruttare le potenzialità del MUSYS/3.

Synthi 100 – Dallo schema precedente non si coglie la presenza di quello che senza dubbio era il dispositivo più importante all’interno di tutto il sistema: il Synthi 100, il sintetizzatore analogico dell’EMS realizzato nel 1971. Per approfondire leggi la voce EMS Synthi 100.

Nella foto che segue abbiamo uno sguardo d’insieme sull’intero sistema MUSYS e possiamo osservare la collocazione di tutti gli elementi, compresi i due PDP-8 e il sintetizzatore Synthi:

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Un’immagine dell’Electronic Music Studio di Londra all’incirca nel 1971. Via Peter Grogono.

Osservando dalla sinistra verso destra (dal telefono in poi per intenderci), possiamo notare:

  • La tastiera per l’analisi musicale, capace di inviare dati ai computer;
  • Un sintetizzatore Synthi ASK;
  • Una telescrivente KSR-33 per la gestione del computer (quella con la sedia di fronte);
  • Un primo rack con (dall’alto) i controlli filtro, un oscilloscopio, due unità a nastro DEC e il PDP-8L;
  • Un secondo rack con un oscilloscopio ad alta frequenza, controlli filtro, banco di potenziometri, misuratore di frequenza, un oscillatore Wavetek ed un hard disk da 32kB;
  • Un terzo rack con i controlli d’amplificazione, il PDP-8S, alcuni dispositivi audio, un pannello principale per i collegamenti;
  • Un quarto rack con dei controller digitali/analogici, incluso il Button Panel per interagire con i programmi MUSYS, unità di riverbero;
  • Un monitor ed una tastiera per interagire con i computer (quella macchia nera in alto dovrebbe essere una cassa Tannoy);
  • Il Synthi 100;
  • Un Ampex a 4 tracce con un attenuatore di rumore Dolby;
  • Un altro Ampex a 4 tracce senza attenuatore Dolby;
  • Il mixer principale;
  • Un dispositivo per gli effetti di spazializzazione, parzialmente visibile in basso a destra.

Eredità – Nel 1972 il MUSYS ricevette un importante riconoscimento da parte della RAI di Milano come miglior software musicale. Il 1978, invece, fu l’ultimo anno di utilizzo del MUSYS, benché la sua eredità arriva ancora fino ai nostri giorni, essendo stata raccolta da un nuovo software denominato MOUSE.

Composizioni – Come ho accennato in precedenza, il MUSYS fu utilizzato per numerose composizioni. Oltre a Medusa e A Lollipop for Papa ricordiamo Poems of Wallace Stevens (1970), Tesserae (1971) e Tetramorph (1972) di Justin Connolly, Tetrad (1971) e Dreamtime (1972) di David Rowland, Chronometer (1972) di Harrison Birtwistle e Violin Concerto di (1972) di Hans Werner Henze.

Per scrivere quest’articolo ho letto:

Autore Sconosciuto, Brochure di presentazione del Synthi 100, EMS, 1971.

Douglas, Alan; Electronic Music Production, Tab Books, 1974.

Grogono, Peter; Musys: Software for an Electronic Music Studio in Software: Practice and Experience, Vol. 3, 1973, pp. 369 – 383.


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