AA. VV. – Le son en nombre
Anno: 2004
Tracce: 10 Durata: 61 min.
Etichetta: INA/GRM (276532)
Collana: Archives GRM
Nel 1974 nasceva l’Institut National de l’Audiovisuel (INA), che andava a sostituire il precedente Office de Recherches Musicales (GRM). Nel 2004, per celebrare i trent’anni di attività dell’INA, il Groupe de Recherches Musicales
promuove la pubblicazione di una raccolta che documenta l’attività musicale svolta presso il centro parigino fondato da Pierre Schaeffer. I cinque cd raccontano non solo dei tanti compositori che hanno contribuito a fare la storia del centro dedicato alla musica concreta, ma è anche un modo per esplorare lo sviluppo tecnologico degli strumenti adottati al GRM. Sul piano della musica informatica, così, è interessante parlare del terzo e del quarto volume di questa raccolta. Il terzo cd, intitolato Le son de nombres, documenta la parziale attività di composizione svolta grazie agli strumenti informatici messi a disposizione con il pacchetto di software Studio 123. Si tratta perciò di lavori concepiti attraverso l’utilizzo di software pensati per il tempo differito. Il quarto volume, invece, è intitolato Le temps du temps réel ed è incentrato, come suggerisce il titolo, alla realizzazione di musica informatica in tempo reale.
La raccolta in questione si apre con il primo lavoro composto attraverso il pacchetto Studio 123, si tratta di Eros bleu, un movimento tratto da Erosphère (1979) di Francois Bayle. In questo estratto si possono ascoltare suoni sintetici affiancati a suoni concreti elaborati attraverso diverse tecniche. In diversi momenti di questo brano il materiale originale viene eseguito al contrario, ottenendo interessanti effetti timbrici.
http://www.youtube.com/watch?v=Qfk6-LK3a70
Il secondo brano, invece, è del compositore austriaco Dieter Kaufmann. Si tratta di Voyage au paradis (1987) realizzato tardivamente, visto che il pacchetto Studio 123 fu utilizzato ufficialmente solo fino al 1985. Al centro del lavoro di Kaufmann vi è l’uso di una voce femminile che declama in lingua tedesca. Il materiale vocale, a cui sono applicati effetti di riverbero ed eco, è sottoposto a molteplici elaborazioni a cui si affiancano anche suono di natura sintetica.
Nella raccolta è presente anche Jean-Claude Risset con il secondo movimento tratto dal lavoro Sud (1984), commissionato dal Ministero della Cultura Francese. In questo lavoro Risset utilizza sia suoni concreti rielaborati attraverso il pacchetto Studio 123 sia materiali sintetizzati ex-novo. Un discorso simile si può fare anche per l’estratto da Week-end (Homage à Wagner) (1982) di Ivo Malec che, alle funzionalità del pacchetto Studio 123, affianca l’uso di tre sintetizzatori. Week-end è un lavoro in tre movimenti che colpisce per l’uso di un numero limitato di elaborazioni (effetti di risonanza, stretching e trasposizioni) ma attraverso i quali il compositore ottiene dei risultati timbrici molto interessanti all’interno di una struttura che si caratterizza con un netto contrasto tra una prima sezione molto densa sul piano sonoro e una coda finale che appare scarna e con un volume complessivo molto più basso.
Tra i compositori americani troviamo una composizione di Dennis Smalley con Wind Chimes (1987). Questo è un lavoro realizzato in due fasi differenti che hanno previsto innanzitutto l’elaborazione dei materiali sonori attraverso i software del pacchetto Studio 123, utilizzato per modificare suoni concreti ricavati dalla rottura di un bicchiere. Il lavoro di Smalley fu terminato un anno dopo, e sorprende ancora oggi la qualità e la pulizia sonora del risultato finale, visti anche i limiti degli strumenti informatici di quegli anni.
Il lavoro di Gilles Racot, Anamorphées (1984/85) nasce, invece, da un progetto di computer music voluto da Bénédict Mailliard finalizzato a esplorare le potenzialità offerte dai software sviluppati al Groupe de Recherches Musicales. Il progetto di Mailliard, chiamato Germinal, poneva ai compositori la sfida di realizzare lavori basati su un’unica frase musicale o su un unico nucleo di suoni. Racot è tra i 12 compositori che risposero a quest’invito. Il suo lavoro fa largo uso di tecniche di spazializzazione, in particolare nella seconda parte del brano. Anche Bénédict Mailliard è presente nella raccolta con il lavoro Affleurements (1984/1985) concepito per il progetto Germinal. In questo caso il materiale sonori di partenza, udibili nei primi secondi, sono di natura concreta, e in seguito sottoposti a diverse elaborazioni e variamente effettati.
All’interno di questa raccolta è presente anche una delle figure storiche del Groupe de Recherches Musicales, si tratta di Yann Geslin. Il suo lavoro Variations Didactiques (1981/1982), come suggerisce anche il titolo, nasce da motivi didattici che miravano ad indagare i processi di elaborazione del suono attuabili attraverso i software dello Studio 123. Il lavoro della Geslin ruota attorno ai frammenti vocali ricavati dal poema Un tiro di dadi mai abolirà il caso di Stéphane Mallarmé. La voce recitante è di Michael Lonsdale.
Per l’unione di materiali vocali insieme a suoni di natura elettronica è molto interessante anche il lavoro del compositore francese Jean Schwarz. Quatre saisons (Hiver) (1983) è un estratto in cui i materiali elettronici registrati su nastro magnetico sono ricavato dall’elaborazione e la continua sovrapposizione delle parti vocali.
La raccolta si chiude con un estratto di Francis Dhomont, Novars (1989), tratto dal Cycle du son. A differenza degli altri, questo brano utilizza non solo i software Studio 123 ma anche il Syter, che era stato concepito per il tempo reale. Come già specificato per Dieter Kaufmann, anche questo lavoro di computer music arriva in anni successivi a quelli che interessarono ufficialmente l’uso del pacchetto Studio 123. Colpisce di questo lavoro innazitutto il risultato timbrico.
Nel booklet del compact disc è presente un’intervento di Yann Geslin, il cui scritto ripercorre alcune tappe storiche che interessano la realizzazione dei software del pacchetto Studio 123. Tradotto anche in lingua inglese, lo scritto della Geslin è introdotto da una prefazione di Jean-Christophe Thomas.
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