Per quanto mi riguarda, Melanie De Biasio va annoverata tra le scoperte più interessanti del 2023, con un album scoperto casualmente perchè citato in una delle tante newsletter.
Melanie De Biasio va annoverata tra le scoperte più interessanti del 2023. L’ho conosciuta totalmente per caso, non ricordo nemmeno più come.
Probabilmente citata in una qualche newsletter a cui sono iscritto. Devo ammettere che la spinta ad ascoltare il suo lavoro, Il Viaggio, mi è arrivata da una curiosità verso il cognome. Ho deciso che avrei ascoltato questo suo lavoro, Il Viaggio, semplicemente perché ero incuriosito dal cognome che suona così bene dalle mie parti, l’Abruzzo. In effetti, già nei primi minuti dell’album, ho capito che la mia curiosità era una specie di intuizione.
Melanie De Biasio è un’artista belga, nata a Charleroi, in Vallonia, con delle origini italiane da parte di padre che porta stampate nel proprio cognome, appunto.
Il Viaggio è il suo quinto lavoro in studio, a distanza di 5 anni dal precedente Lilies e a distanza di 10 anni da No Deal che l’ha fatta apprezzare dalla critica e dal grande pubblico, almeno stando a ciò che si dice in rete. Sì perché la mia conoscenza di De Biasio non ha radici antiche, come i ricordi che alimentano questo suo ultimo lavoro, ma si limitano all’ascolto – immediato e acerbo – di questa raccolta di 11 brani, spalmati su due CD, per consentire di accogliere anche i due ultimi pezzi, di durata intorno ai 20 minuti: The Choas Azure e Alba.
Questo lavoro di De Biasio è un album dalla bellezza inaspettata, realizzato con una scrittura molto intima, come i temi che lo attraversano e gli stimoli che lo hanno alimentato. È un album in cui si mischiano stili differenti: c’è l’elettronica, la vocalità pura, le atmosfere rarefatte, il folk, c’è la musica concreta con le registrazioni sonore delle pietre musicali (di cui Melanie parla in quest’intervista), ci sono le musiche ambientali, e i loop senza fine che mi hanno ricordato i lavori di William Basinski.
Un viaggio non solo immaginato tra i luoghi del cuore sparsi per l’Italia ma anche un viaggio tra forze espressive differenti ma che convivono nella natura poetica di Melanie De Biasio. I suoi esordi musicali sono nell’ambito del Jazz, A Stomach Is Burning è del 2007, e il suo cantare gli valse una piena associazione allo stile di Nina Simone, una vocalità che trova conferma anche nel successivo No Deal, 2014, dove le sonorità Jazz già si mischiano a contaminazioni di natura indie, in sette brani che hanno riscosso un buon successo di critica, come dicevo, oltre che di pubblico. La vera svolta stilistica, tuttavia, si ascolta in Lilies, del 2017, dove i rapporti di forza tra jazz, elettronica e pop/rock si ribaltano, consolidandosi a favore di questi ultimi ne Il Viaggio.
Quest’ultimo lavoro di De Biase è un album molto intimo, quasi una cronaca del suo ritorno alle origini, ovvero in Italia, alla ricerca di quei luoghi famigliari e di quelle terre da cui tanti sconosciuti italiani sono partiti per cercare fortuna nelle miniere del Belgio. Ecco allora che il viaggio di Melanie si snoda tra il Friuli-Venezia Giulia, dove affondano le sue radici, nel paese di Montereale Valcellina in provincia di Pordenone, e le prime montagne dell’Appennino Abruzzese, al di sotto della Majella, presso Lettomanoppello, da cui in migliaia partirono per il Belgio, e di cui si ricorda il nome associato alla tragedia di Marcinelle, quando nell’agosto del 1956, circa 252 persone morirono sotterrate nella miniera di carbone. Di tutti i deceduti, 136 erano italiani, quasi tutti provenienti dall’Abruzzo e dai territori intorno a Lettomanopello.
All’interno dell’album si alternano brani solo musicali e brani con voce. L’apertura è affidata a una voce narrante che racconta i ricordi di quanti nella prima del Novecento partirono per il Belgio da paesi quali Scafa, Lettomanoppello o Turrivalignani, mentre si intrecciano suoni sintetici e le registrazioni ambientali dei luoghi citati. Il primo brano a colpire per l’intensità del testo e delle atmosfere è Nonnarina, apertamente dedicato alla sua nonna friulana, scritto per voce, chitarra, violini ed elettronica.
Le parti testuali sono cantate in Italiano, una scelta estetica che De Biasio, una compositrice, flautista e cantante con una solida preparazione musicale, ha rincorso per molto tempo e che ha realizzato, per suo stesso dire, soltanto quando si è sentita padrona della lingua e ti quella musicalità che per natura porta dietro.
Il Viaggio si chiude con Alba, un lungo loop di 18 minuti, interamente registrato a Lettomanoppello, con numerosi suoni ambientali, poi rielaborato in post-produzione negli Stati Uniti, insieme a David Baron.
Perchè ascoltare Il Viaggio di Melanie De Biasio?
Perchè è una musica genuina, che ci riguarda tutti, una musica scritta con il cuore, la cui unica intenzione è abbracciare i ricordi per portare alla luce le radici della propria esistenza. Una musica tra modernità e tradizione, tecnologica ma antica, leggera ma profonda.
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