Per un fuoco sospeso è un libro sorprendente, perchè è un libro che parla di due grandi artisti del Novecento: Giuseppe Ungaretti, musicista delle parole da una parte, e Luigi Nono, un poeta della musica dall’altra.
Ho scritto un libro sorprendente perché in questo volume si condensano degli aspetti che sono piuttosto rari: innanzitutto è una porta d’ingresso sull’intimità di due grandi enormi artisti del nostro tempo passato, due nomi che hanno segnato l’arte e la cultura della nostra società, travalicando ampiamente i confini della nostra penisola.
C’è un altro aspetto: questo volume non è un saggio come tanti altri, in cui si mettono a confronto due personalità ma è un carteggio, una raccolta di lettere, quindi una testimonianza diretta del pensiero umano e creativo di Giuseppe Ungaretti e Luigi Nono.
L’origine di questo carteggio, durato dal 1950 fino al 1969 (Ungaretti morirà un anno dopo, il 1 giugno del 1970), è da ricercare nella scelta del compositore Veneziano di selezionare 5 liriche di Ungaretti da utilizzare in una propria opera musicale, che vedrà poi la luce nel 1958, ovvero i Cori di Didone, per coro e percussioni.
La scelta di Luigi Nono, per la parte testuale, andrà su cinque poesie che Ungaretti scrisse nel 1950 e che furono pubblicate ne La Terra Promessa. Il motivo di tale scelta, stando agli studiosi, è da ricercarsi nell’attenzione sonora e fonica che Ungaretti ebbe per la parola di queste cinque liriche.
Fatto sta che qualunque fosse il motivo, tra i due artisti si avviò un rapporto epistolare, non certo per lo specifico motivo di questo lavoro di Luigi Nono ma di certo più intenso per via della scelta operata sui materiali testuali.
Un libro, dunque, che è assai prezioso non solo per lo studioso del compositore veneziano ma anche per chi desidera ricostruire la storia e il pensiero del poeta Ungaretti, e dell’uomo, nato ad Alessandria D’Egitto nel 1888.
Le lettere raccolte in questo volume sono 51 e mettono in evidenza non solo l’aspetto professionale di entrambi i protagonisti, ma anche il loro sincero rapporto di amicizia e stima reciproca.
A corredo delle lettere vi sono i commenti e l’analisi dei curatori, ovvero Paolo Dal Molin e Maria Carla Papini, e una raccolta di fotografie che ritraggono gli originali di questo fondamentale carteggio.
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