Tra la fine degli anni Quaranta e e la metà degli anni Sessanta, in Australia si condussero una serie di esperimenti finalizzati a trasformare il computer CSIRAC in uno strumento musicale, capace di comporre ed eseguire brani di musica.
La storia di questo esperimento la si può leggere seguendo questo link, mentre in questo articolo voglio scrivere brevemente di un altro traguardo raggiunto durante quegli esperimenti, cioè la creazione di uno dei primi software musicali, il Music Programme.
Nell’articolo sul CSIRAC spiego che che la ricerca australiana si sia svolta per alcuni aspetti in anticipo rispetto agli esperimenti condotti negli Stati Uniti ai laboratori Bell, mentre per altri aspetti, come per il Music Programme, i lavori si svolsero in concomitanza o comunque in un arco di tempo così vicino che non è semplice stabilire chi abbia per primo raggiunto determinati traguardi.
La sperimentazione musicale con il CSIRAC si svolse in due fasi distinte: durante la prima, tra il 1949 e il 1955, il CSIRAC fu a Sidney, per essere poi spostato ed installato a Melbourne dove vi rimase fino al 1964. Fu durante quest’ultima fase che, nel 1957, il matematico Thomas Cherry, occupandosi in prima persona degli esperimenti musicali sulla macchina australiana, decise di sviluppare un software musicale che agevolasse l’uso del computer: il Music Programme.
Il Music Programme era stato ideato per coloro che non avevano competenze informatiche ma conoscevano la tradizionale notazione musicale, in maniera che potessero utilizzarla per interagire con la macchina, scrivendo delle vere e proprie partiture musicali.
Il processo mediante il quale era possibile quest’operazione appare piuttosto semplice, con gli occhi di oggi. Cherry aveva predisposto il programma creando un rapporto simbolico tra note, durata delle note e numeri arbitrari. Se volevo eseguire una semibreve, ad esempio, digitavo il numero 31, per una minima il 16 e per una semicroma con il punto il 12, e così via fino a coprire tutte le durate. Medesimo principio per la definizione delle note, selezionabili digitando un numero compreso tra 0 e 20.
L’esecuzione della partitura poteva avvenire sia leggendo i dati da una memoria, sia leggendo una scheda perforata. Le implicazioni musicali tra l’una e l’altra metodologia erano sostanziali, in quanto nel primo caso era possibile eseguire brani di durata limitata, la quale dipendeva dalle dimensioni della memoria. Tuttavia l’uso della memoria non comportava problemi di velocità, infatti utilizzando la scheda perforata era possibile eseguire brani di qualsiasi durata ma la velocità d’esecuzione dipendeva dalla velocità del lettore di schede perforate.
Scrivendo del programma di Cherry diventa inevitabile confrontarlo con quanto stava facendo Max Mathews nello stesso periodo ai Laboratori Bell con il Music I. Le differenze tra i due programmi sono importanti, visto che Mathews disponeva di convertitori DAC che gli permettevano di ottenere una resa timbrica migliore di quella del Music Programme. D’altra parte, non dovendo svolgere alcun lavoro di conversione ma generando il suono in maniera diretta, il Music Programme permetteva l’ascolto in tempo reale, mentre il Music I era costretto ad ore di latenza per via della conversione da digitale ad analogico.
Anche se il Music Programme e la sperimentazione con il CSIRAC non hanno conosciuto il medesimo fortunato destino di Max Mathews e dei suoi Music N, resta il fatto che va all’Australia il primato delle prime musiche realizzate attraverso un computer, e forse anche il primato del primo software musicale nella storia dell’informatica.
Bibliografia
Doornbusch, Paul; Computer Sound Synthesis in 1951: The Music of CSIRAC, Computer Music Journal, Vol. 28 [1], 2004, pp. 10 – 25.
Doornbusch, Paul; The Music of Csirac: Australia’s First Computer Music, Common Ground Publishing, 2005.
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